La capsulite adesiva, o frozen shoulder, è una delle più comuni cause di dolore e rigidità della spalla. Si sviluppa prevalentemente in soggetti di sesso femminile con età compresa tra i 50 e i 60 anni e, generalmente, viene colpito uno dei due lati senza particolari preferenze.
Sull’argomento abbiamo intervistato il fisioterapista Azimut Moreno Brustia.
Quali sono le cause?
È possibile classificare questa condizione patologica secondo due categorie, in base alle cause e all’insorgenza: la capsulite primaria che ha insorgenza più insidiosa e idiopatica (non è dovuta a cause esterne note, ovvero è apparentemente senza causa) e la capsulite secondaria che insorge generalmente in seguito a traumi o a una successiva immobilizzazione.
Quali sono le principali fasi della patologia?
In genere l’esordio e la progressione dei sintomi sono molto graduali, secondo tre fasi:
- Congelamento o stadio doloroso (3-9 mesi) in cui i movimenti sono possibili, ma molto dolorosi, e l’articolarità va man mano a ridursi.
- Spalla congelata o stadio di transizione (4-12 mesi) in cui si ha una riduzione del dolore, ma una forte limitazione dei movimenti (e un progressivo indebolimento muscolare).
- Scongelamento (12-24 mesi) in cui si ha un graduale miglioramento dei movimenti della spalla fino al recupero, parziale o totale, della funzionalità.
Qual è il percorso terapico corretto?
Le linee guida ufficiali per questo tipo di patologia propongono come trattamento un approccio multidisciplinare che combinano somministrazioni farmacologiche di corticosteroidi (infiltrazioni intra-articolari o terapia orale) e sedute di fisioterapia in cui si effettuano mobilizzazioni della spalla e stretching. In questo modo è possibile ottenere un miglioramento del dolore e della funzionalità della spalla a breve termine (4-6 settimane).
Può essere inoltre utilizzata come proposta riabilitativa l’idrochinesiterapia che, grazie ai benefici dell’acqua su un corpo in immersione e combinata con terapie corticosteroidee, si è dimostrata essere un importante trattamento molto valido di esercizio terapeutico attivo.
Qualunque sia l’approccio terapeutico scelto dal team multidisciplinare, è fondamentale in questa patologia un intervento tempestivo ad avvenuta diagnosi, in modo da limitare il dolore fin dalle prime fasi e mantenere una buona funzionalità di spalla in vista dei lunghi tempi di risoluzione propri della capsulite adesiva.
Infatti, anche se questa patologia viene classificata come autolimitante (ovvero con decorso positivo e risoluzione spontanea), è bene ricordare come una corretta gestione della sintomatologia e un approccio attivo riducano i tempi di guarigione, i costi e migliorino l’outcome finale del paziente affetto.