In occasione dell’International Streaming Festival di Siagascot – tenutosi a Milano il 19 e 20 marzo 2021 – Azimut era presente con il fisioterapista Federico Sonnati.
In veste di relatore, durante la sessione dedicata alla gestione rapid recovery, Federico Sonnati ha parlato della “preabilitazione” per le protesi di anca e ginocchio nei pazienti sottoposti ad artroprotesi. In questa intervista ha voluto condividere con noi la sua esperienza, raccontandoci i contenuti portati al Congresso.
Cosa si intende con “preabilitazione” quando si parla di interventi di protesi?
Intendiamo il ciclo fisioterapico che sarebbe opportuno intraprendere prima di essere operati di protesi all’anca o al ginocchio.
Nel corso degli ultimi anni è stato provato come lo svolgimento della fisioterapia, in vista dell’operazione, migliori notevolmente i risultati dell’intervento: il paziente ha un recupero più rapido e può quindi tornare a camminare e a svolgere le attività quotidiane in minor tempo.
La sostituzione articolare è un intervento invadente, in che modo la fisioterapia prima dell’operazione può velocizzare la riabilitazione?
Solitamente, a causa del dolore e del relativo poco uso, il paziente artrosico presenta debolezza e rigidità nella gamba afflitta dal problema.
Una volta effettuata l’operazione, l’articolazione tornerà ad essere mobile e non dolente, ma tutta la muscolatura dell’arto risulterà atrofizzata (a causa della precedente disabilità).
Alla debolezza va a sommarsi un’ulteriore perdita di forza dovuta all’allettamento, immobilità che però è necessaria – nei giorni successivi al ricovero – per permettere ai tessuti operati di guarire.
Il paziente che, nel periodo precedente l’intervento, ha svolto un percorso di rinforzo muscolare limiterà notevolmente l’impatto di questi eventi: se la nuova articolazione trova intorno a sé una buona muscolatura, il percorso post-operatorio risulta più breve e si possono evitare inconvenienti come ricoveri aggiuntivi e l’uso prolungato delle stampelle.
Come si svolge la “preabilitazione”?
L’obiettivo principale è il rinforzo: la maggior parte della fisioterapia si concentra sullo svolgimento di esercizi – a corpo libero o con le macchine – che il terapista dovrà modulare a seconda della gravità della patologia in atto. Proprio a causa della natura dell’artrosi, che tende a limitare i movimenti in carico, spesso viene associato anche l’esercizio in acqua, particolarmente confortevole grazie alla minore gravità.
In aggiunta, il terapista ha il compito di mobilizzare le articolazioni del paziente, per ridare elasticità a tutti i tessuti, ancora prima che il chirurgo intervenga su di essi. Per raggiungere questi risultati, il ciclo deve durare 6 settimane.
In altre parole, le energie investite prima dell’operazione fanno guadagnare tempo e benessere dopo l’operazione, quando a causa dell’intervento l’allenamento risulta più difficile.