La paralisi di Bell è la causa più comune di paralisi facciale unilaterale acuta, con un’incidenza media di 15-30 casi su 100. Prende il nome da Sir. Charles Bell, neurologo scozzese che per primo l’ha descritta.
A cosa è dovuta?
La paralisi di Bell è causata da una disfunzione del nervo facciale – il VII nervo cranico – che percorre un lungo tragitto all’interno della scatola cranica, per poi emergere anteriormente all’orecchio. Questo nervo è responsabile dell’innervazione di tutti i muscoli del volto deputati alla mimica facciale.
Pur non avendo una causa specifica, studi recenti rivelano che questa infiammazione potrebbe essere causata da infezioni virali come Herpes Simplex, Herpes Zoster e Virus di Epstein Barr. In questa ipotesi, quando il virus infetta il corpo può attaccare un punto del nervo facciale e, di conseguenza, causare la paralisi.
Cosa succede quando il nervo si paralizza?
Innanzitutto si determina una marcata debolezza dei muscoli facciali di un lato del volto, oltre a:
- asimmetria del sorriso causata dalla caduta dell’angolo della bocca
- impossibilità di chiusura palpebrale
- scomparsa delle rughe frontali
- diminuzione della stimolazione delle ghiandole lacrimali e salivari.
È facilmente intuibile che il sintomo che provoca maggiore disagio è l’alterazione dell’espressività di metà viso e il danno estetico che ne deriva.
Come avviene l’esordio?
I sintomi si manifestano improvvisamente – si raggiunge il picco massimo in appena 72 ore – e solitamente sono asintomatici. Alcune persone però, riferiscono dolore diffuso e otalgia nei giorni precedenti.
Qual è la prassi per la diagnosi?
Prima di confermare una disfunzione del VII nervo cranico, si ricorre ad alcuni strumenti diagnostici – risonanza magnetica, tac, elettromiografia – per verificare la presenza di un’eventuale lesione nervosa.
Dopo aver fatto tutti gli accertamenti ed escluso altre cause, è fondamentale essere tempestivi e iniziare subito la cura.
È prevista l’assunzione di farmaci?
I farmaci comunemente usati sono i corticosteroidi – per ridurre l’infiammazione e il gonfiore – e gli antivirali; il dolore invece, può essere trattato con analgesici.
Che ruolo ha il trattamento fisioterapico e cosa comprende?
La fisioterapia – soprattutto se iniziata nelle prime 72 ore dall’esordio dei sintomi – è fondamentale per stimolare il nervo facciale e aiutarlo a mantenere un buon tono della muscolatura.
I trattamenti prevedono:
- massaggi decontratturanti
- tecniche di facilitazione neuromuscolare
- mobilizzazioni passive
- taping neuromuscolari al fine di stimolare continuamente i gruppi muscolari colpiti.
Ai pazienti inoltre, si consiglia di applicare dei panni caldi e umidi sulla parte del viso paralizzata per un effetto miorilassante. In aggiunta, è possibile applicare degli appositi dispositivi elettronici – ad esempio Neuromuscolar retraining o Biofeedack – per favorire il recupero della muscolatura facciale.
La paralisi è permanente?
Solitamente se il recupero inizia entro le due settimane dall’esordio, la paralisi è temporanea e guarisce in 3-6 mesi.
In rari casi, quando si verifica una severa compressione del nervo, la paralisi può durare a lungo e non scomparire completamente.
Potrebbero esserci delle complicazioni?
Possibili complicazioni potrebbero essere:
- danni irreversibili al VII nervo cranico
- contrazioni involontarie o spasmi dei muscoli del viso
- ulcera corneale dovuta ad un’eccessiva secchezza dell’occhio.