In Azimut abbiamo un medico che di tanto in tanto ci viene "rubato" dalla Nazionale, ovviamente per noi è motivo di grande orgoglio. Si chiama Gabriele Cirillo e dal 2009 è uno dei Medici Fisiatri del team Azimut Riabilitazione della sede di Milano.
Ma da 15 anni è anche il Medico della Nazionale di basket maschile ed in precedenza ha lavorato in squadre professionistiche di serie A sia nel calcio che nel basket. In questo momento si trova a Piombino per il raduno della U18 maschile, l'abbiamo intervistato per condividere con voi la sua esperienza.
Buongiorno Gabriele, partiamo dagli inizi di questa avventura: da quanto tempo fa parte della Nazionale di basket?
Sono in Nazionale da 15 anni, ho fatto numerosi tornei internazionali e cinque campionati europei, il primo nel 2006 in Spagna con la U16 per poi arrivare sino alla U20 in Slovenia nel 2012 ed a Creta nel 2014.
Quali sono le attività che la coinvolgono durante i raduni?
Si fa sempre una visita medica generale con anamnesi accurata grazie agli staff dei club da cui provengono i giocatori, le valutazioni su vizi posturali e l'assistenza medica durante gli allenamenti e le partite.
Quali sono le criticità che si trova ad affrontare?
I giocatori si allenano la mattina ed il pomeriggio e durante il campionato europeo le partite sono giornaliere, di conseguenza lo staff medico è impegnato full time. Trattandosi di uno sport di contatto gli infortuni sono spesso causati da traumi diretti (quindi muscolari ed articolari) o da sovraccarico funzionale (tendinei).
Com'è composto lo staff della Nazionale?
Lo staff della Nazionale U18 è composto dal capo allenatore con i due assistenti, il preparatore fisico, il fisioterapista ed il Medico che si occupa anche dell'alimentazione degli atleti. È fondamentale relazionarsi con tutto il team per la prevenzione degli infortuni e per ridurre i tempi di recupero nel caso si verifichino.
La sua esperienza con la Nazionale di basket è di lunga data, ma sappiamo che ha avuto anche altre collaborazioni importanti. Quali sono state?
Ho iniziato con il calcio sempre in squadre professionistiche nel 2001 con F.C. Inter, poi Pro Sesto e A.C. Monza. Dal 2003 anche il basket a Castelletto Ticino (promozione in serie A2) con il coach Meo Sacchetti attuale CT della Nazionale A e dal 2010 al 2013 con le “mitiche scarpette rosse” dell’Olimpia Milano. Ricordo che in quegli anni molti giocatori venivano in Azimut a fare la rieducazione in acqua.
Da quali fattori dipendono i tempi di ripresa? Perché con gli atleti professionisti si riducono?
Sicuramente entrano in gioco tanti fattori tra i quali l'età e l’allenamento. E poi credo che la motivazione possa fare la differenza. Un atleta professionista è fortemente determinato e orientato alla guarigione perché vuole tornare in campo prima possibile. Questa predisposizione mentale, unita alla sinergia tra le varie figure coinvolte nell’iter riabilitativo, aiuta a ridurre i tempi per il ritorno all’attività agonistica.
Come si traduce in Azimut la sua grande esperienza a contatto con i campioni?
Essendo sia Fisiatra che Medico dello Sport cerco di sfruttare l'esperienza nelle due specialità mediche per portare dei vantaggi ai pazienti. Il fatto di aver lavorato in squadre professionistiche di serie A mi ha aiutato moltissimo a cercare di accelerare i tempi della diagnosi e limitare al massimo il margine di errore. Secondo me in Azimut troviamo l'ambiente perfetto per la riabilitazione grazie alla qualità eccellente dei nostri fisioterapisti e alla possibilità di lavorare sia in acqua che a secco. Queste condizioni sono favorevoli per raggiungere l'obiettivo fissato per il paziente.