Moreno Brustia, Fisioterapista Azimut, in questa news ci aiuta a riconoscere l'instabilità di spalla e fornisce indicazioni per una terapia corretta.
Con questo termine ci si riferisce all’incapacità di mantenere la testa omerale all’interno della fossa glenoidea della spalla. Questa condizione può avere due origini:
La stabilità della spalla è garantita da una componente statica (legamenti, cercine glenoideo, pressione negativa intra-articolare) e una componente dinamica muscolare (cuffia dei rotatori, deltoide, capo lungo del bicipite tra i più importanti). Se una o più di queste componenti sono compromesse, potrebbe verificarsi la condizione patologica di instabilità .
Grazie ad una accurata anamnesi, allo studio di segni e sintomi riportati dal paziente e ad un corretto esame obiettivo, è possibile riconoscere questa problematica. Dopo aver analizzato la storia clinica del soggetto, è importante svolgere l’esame fisico alla ricerca di quelli che sono i tipici segni dell’instabilità. A supporto di questo vi sono numerosi test ortopedici provocativi tra cui: segno del solco, apprehension test, relocation test, load and shift test.
La gestione del percorso terapico varia in base al tipo di instabilità ed è importante dunque programmare un piano terapico mirato in base alle esigenze e necessità personali del paziente. Dal punto di vista conservativo, la gestione fisioterapica deve anch’essa essere centrata e specifica per ogni paziente, ma solitamente questa prevede: