L'insufficienza venosa si acuisce con il caldo estivo, ma per trattarla vanno esplorate le cause.
Oggi nella nostra news racconteremo i fattori di rischio e parleremo delle terapie più idonee.
Con il termine "insufficienza venosa" si definisce una condizione patologica dovuta ad un difficoltoso ritorno del sangue venoso al cuore. Quando questa riguarda gli arti inferiori innesca un aumento di pressione nei capillari, con successiva formazione di edema, ipossia generalizzata e lattacidemia (eccessiva presenza di acido lattico nel sangue).
Allora, innanzitutto è bene fare una distinzione tra insufficienza venosa organica e funzionale.
Quella organica è causata da alterazioni patologiche delle vene (es. dermatite da stasi, trombosi venosa profonda), soprattutto dovute a difetti della funzione valvolare come nel caso di varici. Mentre quella funzionale è dovuta ad un sovraccarico funzionale delle vene, sottoposte ad un iperlavoro come ad esempio: linfedema, ridotta mobilità degli arti
La comparsa dei sintomi e la loro gravità è soggettiva, varia in base alla severità dell'insufficienza venosa. Si possono presentare caviglie gonfie, crampi ai polpacci, edema dell'arto coinvolto, formicolii alle gambe, iperpigmentazione della pelle (es. porpora), ispessimento della pelle, pesantezza alle gambe, prurito, ulcere cutanee, vene varicose.
Poi abbiamo tutta una serie di complicanze frequenti associate all'insufficienza venosa: distrofie/ulcerazioni cutanee, ischemia, rischio di cellulite batterica, varicoflebite.
In generale attraverso l'osservazione medica delle lesioni e con l'anamnesi, ma può anche essere richiesto un ecodoppler per valutare la funzionalità delle vene.
Certamente sì. Inoltre, ci sono persone particolarmente predisposte. Ecco quali sono le condizioni più rischiose:
Assunzione di una postura statica per lungo tempo
Gravidanza
Ipertensione
Obesità
Lavori in ortostatismo ossia che richiedono di rimanere in piedi e fermi per lungo tempo
Predisposizione genetica
Fumo di tabacco
Pregressa storia di trombosi venosa profonda
Sesso femminile
Statura: i soggetti alti sono più a rischio di insufficienza venosa
Terapia ormonale estrogenica
In generale è opportuno correggere le abitudini alimentari e adottare uno stile di vita più attivo.
Inoltre, può essere d'aiuto utilizzare calze lastiche a compressione misurata, applicare creme ad azione capillarotropa/protettiva. Dal punto di vista farmacologico, solo su prescrizione medica, si può ricorrere a farmaci anticoagulanti, flebotonici e profibrinolitici.
Nei casi più gravi in genere si ricorre alla chirurgia con valvuloplastica o ablazione con radiofrequenza/ laserterapia.
Un programma di prevenzione deve essere rivolto, come detto prima, ad aumentare la componente metabolica dell’esercizio. Si potranno consigliare attività progressive di mobilizzazione e graduale rinforzo di tutta la muscolatura interessata. Nei casi più ostici, possiamo propendere per attività in acqua, dove la pressione idrostatica può fornire un automatico drenaggio vascolare.