12/06/2018

L'ictus e la riabilitazione. Intervista al nostro fisioterapista Magarotto Alessandro

Cos'è l'ictus, come si manifesta, quali sono le persone più a rischio e quanto è importante la riabilitazione? Parliamo di questi argomenti con il fisioterapista Magarotto Alessandro di AZIMUT riabilitazione Biella

Cosa si intende per ictus?
L’ictus è una patologia neurologica frequente causata da ischemia o emorragia cerebrale, il cui esordio solitamente è improvviso e comporta una perdita di funzioni motorie e cognitive che variano a seconda dell’area cerebrale colpita. Per questo motivo risulta fondamentale la precoce attuazione del programma riabilitativo, nel quale fisioterapista, logopedista e terapista occupazionale intervengono sotto la supervisione del medico fisiatra con l’obiettivo di recuperare le abilità compromesse sfruttando al meglio le capacità residue.

Quali persone hanno maggiori rischi di essere colpiti dall’ictus?
Le probabilità di essere colpiti dall’ictus aumentano con l’avanzare dell’età, raddoppiando ogni decade dopo i 55 anni. Gli uomini sono più colpiti e vi è un maggior rischio se un parente consanguineo è affetto da questa patologia. Con un’adeguata attività di prevenzione, il mantenimento di uno stile di vita sano e, se necessario il trattamento farmacologico, è possibile ridurre le probabilità di essere colpiti dall’ictus agendo sui “fattori di rischio modificabili”. Questo significa gestire in modo opportuno eventuali malattie cardiovascolari e situazioni di ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, scarsa attività fisica, dieta inadeguata e fumo di sigaretta. 

Quali sono le conseguenze dell’ictus?
Fra i possibili scenari post-ictus spesso si delinea una situazione di emiparesi, caratterizzata dalla riduzione della forza e dalla difficoltà a muovere braccio e mano, gamba e piede di “metà corpo”, La gravità di questi sintomi può variare da lieve a molto importante, ovvero da una minima debolezza e sensazione di fatica riscontrate durante lo svolgimento di un’attività specifica fino a un’incapacità al movimento volontario. Inoltre, possono presentarsi deficit dell’equilibrio, difficoltà a parlare o a comprendere le parole, disturbi della sensibilità o della deglutizione, formicolio costante a determinate aree del corpo ecc...

La riabilitazione
Il fisioterapista si occupa del recupero motorio delle abilità compromesse, prima fra tutte il cammino. Gli obiettivi del trattamento sono il recupero di un cammino autonomo e sicuro e la riduzione delle difficoltà nei movimenti tramite il rinforzo neuromuscolare. Qualora la restitutio ad integrum non sia possibile, ovvero il ritorno alla situazione precedente la malattia, occorre individuare opportune strategie per ridurre le difficoltà incontrate nello svolgimento delle attività della vita quotidiana riducendo la disabilità residua.
Anche a distanza di tempo dall’esordio della patologia, l’intervento fisioterapico si dimostra efficace per il mantenimento delle capacità riconquistate durante la riabilitazione e per un’attività di prevenzione volta a contrastare rigidità, precoce affaticamento e decondizionamento cardiorespiratorio. Il mantenimento di uno stile di vita attivo e lo svolgimento di una regolare attività fisica è fondamentale per contrastare la sedentarietà e mantenere uno stato di benessere duraturo e prolungato.