18/10/2019

L'epicondilite laterale o «gomito del tennista» spiegata dal Fisioterapista Azimut Moreno Brustia

L'epicondilite laterale, conosciuta anche come "gomito del tennista", è una delle più comuni sindromi da overuse che colpiscono il gomito. Affrontiamo questo tema con Moreno Brustia, fisioterapista Azimut Riabilitazione.

Quali sono le strutture interessate e chi è maggiormente colpito?

La patologia colpisce i muscoli estensori dell'avambraccio che originano dall'epicondilo laterale dell'omero e, in modo particolare, viene spesso interessato il muscolo estensore radiale breve del carpo.
L'epicondilite laterale, classificata tra le tendinopatie, colpisce prevalentemente coloro che svolgono attività ripetitive stressanti per l'arto superiore come l'utilizzo prolungato di mouse e tastiera, i movimenti ripetitivi di pronazione e supinazione, il sollevamento continuo di oggetti pesanti e l'esposizione per lunghi periodi a vibrazioni dirette.

Tra gli sport maggiormente interessati dalla patologia ci sono: baseball, badminton, paddle, nuoto e tutti gli sport in cui il lancio è un gesto ripetuto in modo continuo. Nonostante il nome che più comunemente viene attribuito all'epicondilite, è bene ricordare che soltanto il 5% di chi ne è affetto gioca a tennis.

Quali sono le principali cause e come si presenta clinicamente?

Essendo classificata come un infortunio da overuse, il meccanismo di danno principale è l'utilizzo eccessivo dei muscoli e dei tendini dell'avambraccio e del gomito, con contrazioni ripetute e attività che creano una continua tensione nelle strutture interessate. L'uso intensivo e le continue sollecitazioni possono provocare un maladattamento della struttura miotendinea, con possibile conseguente dolore a livello dell'inserzione muscolo-tendinea.
Un recente studio ha identificato 3 principali fattori di rischio:

  1. movimentazione manuale ripetuta di carichi maggiori di 1kg.
  2. movimentazione manuale per più di 10 volte al giorno di carichi superiori a 20 kg.
  3. movimenti manuali ripetuti per più di 2 ore al giorno.

Il sintomo principale che indica una possibile presenza di epicondilite laterale è il dolore alla palpazione a livello dell'epicondilo, dove si inseriscono i muscoli estensori. Inoltre, spesso vi è perdita di forza dell'estensore radiale breve del carpo.

Qual è il percorso terapico più corretto?

Il trattamento conservativo è solitamente indicato per la risoluzione della problematica.
In fase acuta è spesso consigliato l'utilizzo di ghiaccio e di farmaci antinfiammatori per la riduzione della sintomatologia dolorosa e dell'infiammazione. A questi è necessario affiancare un percorso terapico mirato alla riduzione del dolore e al miglioramento della funzione. Tra le varie tecniche utilizzate trovano un buon riscontro clinico:

  • la terapia manuale
  • le mobilizzazioni con movimento (MWM)
  • il rinforzo muscolare
  • lo stretching
  • le terapie fisiche strumentali come ultrasuoni e TENS
  • la riabilitazione gesto-specifica in base allo sport
  • l'educazione al controllo e alla modificazione delle attività dannose.

In particolari casi in cui la riduzione della sintomatologia dolorosa e della problematica risulta molto difficoltosa con un approccio di tipo conservativo, dopo un’accurata valutazione da parte del personale medico (team di fisiatra, fisioterapisti etc.), può essere preso in considerazione l'utilizzo di infiltrazioni di corticosteroidi ed eventualmente un approccio chirurgico.
Dobbiamo ricordare che non tutti i problemi laterali di gomito sono dovuti a delle tendinopatie, ma ci possono essere diverse cause di dolore, anche intra-articolari per cui la valutazione differenziale di un'epicondilalgia deve essere molto accurata.