10/04/2020

FAQ - Domande frequenti sulla Malattia di Parkinson

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa progressiva che coinvolge principalmente il controllo dei movimenti e dell’equilibrio. È provocata da una degenerazione dei neuroni presenti nell'area della "sostanza nera", una parte del sistema nervoso centrale, “incaricati” della produzione di dopamina. Proprio la carenza di dopamina provoca l'insorgenza dei sintomi della malattia.

Si tratta di una malattia frequente?

Dopo il morbo di Alzheimer, il Parkinson è la malattia neurologica degenerativa più diffusa a livello mondiale.
Le persone maggiormente a rischio sono gli adulti, nella fascia di età tra i 50 e i 70 anni. Poche volte si manifesta prima dei 40 e raramente intorno ai 20.
Per quanto riguarda l’incidenza invece, il morbo colpisce in maniera uguale i soggetti di sesso maschile e quelli di sesso femminile.

Quali sono le cause che favoriscono l’insorgere la malattia?

Le cause specifiche non sono ancora note agli studiosi, ma è risaputo che la malattia si manifesta quando la produzione di dopamina nel cervello cala in maniera consistente. Inoltre, sembrerebbe che ci siano alcuni elementi che concorrono al suo sviluppo, tra cui:

  • Fattori genetici (circa il 20% dei pazienti presenta un familiare positivo alla malattia)

  • Fattori tossici, quali l’esposizione - spesso per motivi lavorativi - a tossine di vario genere

Cosa sappiamo del tremore alle mani?

Il tremore alle mani è un sintomo abbastanza rappresentativo della malattia di Parkinson. Si manifesta con un’oscillazione ritmica involontaria e può essere fisiologica - quando è sempre presente - oppure patologica, quando si manifesta esclusivamente durante la fase di veglia.
In alcuni casi, soprattutto quando si tratta di tremore patologico, il sintomo può interessare anche altri gruppi muscolari oltre alle mani, come la lingua, la mascella, il capo e i piedi.

Quali sono gli altri sintomi più comuni?

Una delle caratteristiche del morbo di Parkinson è l’elevato numero di sintomi, motori e non, spesso responsabili di invalidità di differente entità.

I sintomi motori più comuni sono:

  • Rigidità agli arti, al collo e al tronco a causa di un aumento involontario del tono dei muscoli

  • Riduzione o perdita della mimica facciale e della gestualità

  • Bradicinesia, ossia un rallentamento nell’esecuzione dei movimenti e dei gesti

  • Acinesia, ossia difficoltà nell’iniziare movimenti spontanei

  • Disturbo dell’equilibrio e del cammino a causa della riduzione dei riflessi di raddrizzamento

  • Instabilità posturale, prevalentemente nella fase più avanzata della malattia

Nella malattia di Parkinson però, si manifestano anche altri tipi di disturbi non motori, quali:

  • Disfagia, ossia problemi legati alla deglutizione

  • Perdita di tonalità della voce

  • Eccessiva salivazione

  • Stipsi, ossia un rallentamento delle funzionalità gastro-intestinali

  • Disturbi urinari, della pressione arteriosa e dell’olfatto

  • Disturbi del sonno che si manifestano con insonnia o eccessiva sonnolenza diurna

  • Depressione e ansia

Questi sintomi compaiono quando la degenerazione neuronale è già in atto. 

Si può morire di Parkinson?

Il Parkinson è una malattia cronica, ma di per sé non è fatale. È una patologia a progressione lenta, ma con il giusto trattamento l’aspettativa e la qualità della vita sono solo lievemente ridotte rispetto alla popolazione generale.

Esiste una cura?

Fino ad ora non è stato trovata una terapia specifica in grado di arrestare definitivamente la malattia. Tuttavia, la notizia positiva è che alcuni farmaci di nuova generazione si stanno rivelando molto efficaci nel contenere i sintomi, permettendo una vita di relazione migliore.

La fisioterapia può essere d'aiuto? Se sì, in che modo?

Il paziente deve essere seguito da un team di professionisti - fisiatra, fisioterapista etc. - per monitorare l'evoluzione della patologia e l'efficacia della fondamentale cura farmacologica prescritta da un medico specialista. A quest'ultima si consiglia un programma riabilitativo personalizzato che tenga conto delle difficoltà che il paziente incontra durante la giornata. 

La rieducazione funzionale e l’attività motoria in generale sono sicuramente utili nella gestione del problema. Mantenere una buona escursione articolare, una sufficiente elasticità muscolare ed in generale una funzionalità migliore permettono alla persona di mantenere più a lungo una certa autonomia ed una più soddisfacente qualità della vita.

In alcuni casi, l'utilizzo di un ausilio (ad esempio un tutore) o di assistenza viene preso in considerazione qualora il cammino non sia sufficientemente sicuro.