14/12/2021

“Ginocchio del corridore”: parliamo di questa patologia con Chiara Minetto

La sindrome della bandelletta ileotibiale, anche conosciuta come ginocchio del corridore, è un processo di tipo infiammatorio a carico della zona ileotibiale. 
Abbiamo chiesto alla fisioterapista Azimut Chiara Minetto di intervenire sul tema e raccontarci di cosa si tratta. 

Cosa significa bandelletta?

La bandelletta è un tendine comune di due muscoli - il grande gluteo e il muscolo tensore della fascia lata - che si inserisce sulla faccia antero-esterna della tibia. La sua funzione è di stabilizzare la componente anterolaterale del ginocchio durante la fase dinamica. 

Quali sono le cause più comuni della sindrome?

La causa è principalmente la ripetizione continua del movimento di flesso-estensione del ginocchio. Questo, a sua volta, determina microlesioni delle fibre collagene tendinee e l’insorgenza di una borsite a carico della borsa di scorrimento tra la bandelletta ileotibila e il condilo femorale esterno. 

Come si manifesta la patologia?

Solitamente la sindrome della bandelletta si presenta con un dolore sulla parte esterna del ginocchio che tende a peggiorare quando la flessione supera i 30°. Spesso, a questo sintomo, è associata una sensazione di rigidità articolare.  

Potrebbero esserci dei fattori predisponenti?

Assolutamente sì e tra questi ricordiamo: 

  • varismo del ginocchio 
  • prominenza dell’epicondilo femorale laterale 
  • dismetria degli arti inferiori 
  • piede tendente all’ipersupinazione 
  • difetti durante l’allenamento, ad esempio carichi eccessivi o non adeguati, caratteristiche del terreno durante la corsa, calzatura sbagliata

In aggiunta, un altro fattore contribuente potrebbe essere la scarsa forza dei muscoli abduttori dell’anca unita alla rigidità della catena postero-laterale.

Bandelletta ileotibiale infiammata: come si effettua la diagnosi? 

Si valuta la sede del dolore, la flessibilità e la forza muscolare dell’arto inferiore, nonché l’anatomia, l’assetto posturale e la camminata del paziente. 
In alcuni casi potrebbero essere utili degli esami strumentali - ecografia, raggi, risonanza magnetica (RMN) - per escludere altre sintomatologie simili (ad esempio la tendinite distale del bicipite femorale, la tendinite poplitea o la meniscopia laterale). 

Cosa comprende il Programma Riabilitativo? 

Il trattamento in fase iniziale mira alla regressione del dolore e dell’infiammazione locale: oltre al riposo e alla riduzione dell’allenamento, spesso sono anche utili: 

In fase acuta, invece, il protocollo riabilitativo si concentra sulla risoluzione delle problematiche biomeccaniche del piede, del ginocchio e dell’anca. Inoltre, si deve lavorare sulle disfunzioni muscolo-scheletriche per ridurre le rigidità muscolo-tendinee con esercizi di stretching, esercizi di rinforzo e stabilizzazione per aumentare le performance neuro-muscolari dei distretti deboli. 
La ripresa dei normali ritmi di allenamento deve avvenire con la dovuta progressione dei carichi, preferendo terreni morbidi e piani.

Quando si prende in considerazione l’intervento chirurgico?

Il trattamento conservativo è risolutivo nella maggior parte dei pazienti, solo in rari casi si arriva all’approccio chirurgico. Consiste in una resezione della parte posteriore della bandelletta o in un raschiamento della faccia esterna del condilo femorale.