La sindrome della bandelletta ileotibiale, anche conosciuta come ginocchio del corridore, è un processo di tipo infiammatorio a carico della zona ileotibiale.
Abbiamo chiesto alla fisioterapista Azimut Chiara Minetto di intervenire sul tema e raccontarci di cosa si tratta.
La bandelletta è un tendine comune di due muscoli - il grande gluteo e il muscolo tensore della fascia lata - che si inserisce sulla faccia antero-esterna della tibia. La sua funzione è di stabilizzare la componente anterolaterale del ginocchio durante la fase dinamica.
La causa è principalmente la ripetizione continua del movimento di flesso-estensione del ginocchio. Questo, a sua volta, determina microlesioni delle fibre collagene tendinee e l’insorgenza di una borsite a carico della borsa di scorrimento tra la bandelletta ileotibila e il condilo femorale esterno.
Solitamente la sindrome della bandelletta si presenta con un dolore sulla parte esterna del ginocchio che tende a peggiorare quando la flessione supera i 30°. Spesso, a questo sintomo, è associata una sensazione di rigidità articolare.
Assolutamente sì e tra questi ricordiamo:
In aggiunta, un altro fattore contribuente potrebbe essere la scarsa forza dei muscoli abduttori dell’anca unita alla rigidità della catena postero-laterale.
Si valuta la sede del dolore, la flessibilità e la forza muscolare dell’arto inferiore, nonché l’anatomia, l’assetto posturale e la camminata del paziente.
In alcuni casi potrebbero essere utili degli esami strumentali - ecografia, raggi, risonanza magnetica (RMN) - per escludere altre sintomatologie simili (ad esempio la tendinite distale del bicipite femorale, la tendinite poplitea o la meniscopia laterale).
Il trattamento in fase iniziale mira alla regressione del dolore e dell’infiammazione locale: oltre al riposo e alla riduzione dell’allenamento, spesso sono anche utili:
In fase acuta, invece, il protocollo riabilitativo si concentra sulla risoluzione delle problematiche biomeccaniche del piede, del ginocchio e dell’anca. Inoltre, si deve lavorare sulle disfunzioni muscolo-scheletriche per ridurre le rigidità muscolo-tendinee con esercizi di stretching, esercizi di rinforzo e stabilizzazione per aumentare le performance neuro-muscolari dei distretti deboli.
La ripresa dei normali ritmi di allenamento deve avvenire con la dovuta progressione dei carichi, preferendo terreni morbidi e piani.
Il trattamento conservativo è risolutivo nella maggior parte dei pazienti, solo in rari casi si arriva all’approccio chirurgico. Consiste in una resezione della parte posteriore della bandelletta o in un raschiamento della faccia esterna del condilo femorale.