La gonartrosi - o artrosi del ginocchio - è una delle malattie cronico-degenerative che colpisce maggiormente le persone anziane. Insieme all’artrosi all’anca, costituisce circa l’80% dei casi di osteoartrosi in Italia.
Solitamente i pazienti manifestano dolore, gonfiore, calore e limitazione funzionale nelle attività quotidiane.
Le cause più comuni di degenerazione osteocartilaginea possono essere: età, morfologia degli arti inferiori (ad esempio ginocchio varo o valgo), obesità, usura causata da attività lavorativa o sportiva e traumi pregressi.
Il trattamento comprende una terapia farmacologica e un programma riabilitativo completo di terapia manuale e strumentale, oltre ad esercizi terapeutici a secco e in acqua.
Nell’impostazione del trattamento inoltre intervengono diverse figure: il fisiatra e il reumatologo sono responsabili di definire una corretta diagnosi clinica ed impostare il Progetto Riabilitativo, il fisioterapista invece effettua una valutazione funzionale e definisce il programma di trattamento.
Nei casi in cui il trattamento conservativo non sia sufficiente si ricorre spesso alla chirurgia ortopedica.
Viene impostato in base al grado di degenerazione osteocartilaginea e alle lesioni associate, allo stadio della malattia, al profilo muscolo-scheletrico e alle eventuali terapie già effettuate o in corso.
In una prima fase l’obiettivo è ridurre la tumefazione, il dolore e favorire il recupero dell’articolarità passiva. Si utilizzano infatti terapie fisiche - come la diatermia (tecar) e gli ultrasuoni - e il trattamento manuale, fondamentale per la mobilizzazione articolare e il rilassamento dei tessuti molli periarticolari.
Nelle fasi successive si lavora per incrementare il tono del trofismo muscolare, per migliorare la propriocezione e la flessibilità, tramite esercizi specifici a secco e in acqua.
Assolutamente sì, rappresenta una parte importante del trattamento: crea le condizioni ideali per effettuare esercizi specifici senza sovraccaricare l’articolazione e, quindi, senza provare dolore.
Si consigliano esercizi terapeutici da svolgere autonomamente a casa, se possibile con l’ausilio di elastici o piccoli pesi. In aggiunta, il paziente deve essere istruito a seguire norme comportamentali favorevoli per il suo benessere: evitare attività che possono riacutizzare il dolore, mantenere una postura corretta e il peso corporeo sotto controllo.
In alcuni casi è altrettanto utile consigliare plantari o ginocchiere che possono migliorare la distribuzione del carico articolare.