25/09/2020

L'importanza della fisioterapia a seguito della frattura del malleolo

La frattura del malleolo è un infortunio piuttosto comune della caviglia, caratterizzato dalla rottura di uno o più malleoli. Si manifesta sotto forma di dolore acuto alla caviglia, gonfiore localizzato, ematomi, ridotta mobilità della caviglia e impossibilità o difficoltà a camminare. 
Vediamo le cause, le terapie conservative e il ruolo della fisioterapia per una corretta guarigione. 

Quali sono le cause più frequenti? 

Nella maggior parte dei casi, le fratture sono la conseguenza di un trauma ad alta velocità dovuto ad una caduta accidentale durante la vita quotidiana, il cammino o la pratica sportiva. 

Qual è il trattamento in caso di frattura non grave? 

In genere, se la frattura non è scomposta, è sufficiente stare a riposo e immobilizzare la caviglia - tramite gessatura o tutore - per almeno 5-8 settimane. Ai pazienti inoltre, si consiglia l’utilizzo di stampelle per evitare l’appoggio a terra. 

Quando si deve ricorrere alla chirurgia?

L’intervento chirurgico è necessario in caso di infortunio grave, ossia quando i frammenti ossei sono distanti oppure ostacolati nell’avvicinamento. In questi casi, la chirurgia di osteosintesi riposiziona i frammenti ossei nella posizione anatomica corretta, fissandoli con viti e piastre. A seguito dell’intervento sono previsti l’immobilizzazione della caviglia e l’uso delle stampelle. 
Le tempistiche di ripresa variano in base alla tipologia di intervento e alle condizioni del paziente: solitamente sono necessarie diverse settimane per un recupero completo (12/20 settimane). 

Perché la fisioterapia è un passaggio fondamentale?

Dopo il periodo di riposo e l’immobilizzazione forzata, il piede e la caviglia potrebbero risultare gonfi, rigidi, deboli e doloranti. In queste circostante seguire un ciclo di sedute fisioterapiche è fondamentale per: 

  • rinforzare la muscolatura dell’arto inferiore nel suo complesso
  • ristabilire la corretta mobilità articolare della caviglia e di eventuali altre limitazioni dell'arto inferiore coinvolto
  • riprendere la deambulazione corretta e la massima funzionalità compatibilmente con il livello pre-infortunio e le richieste funzionali del soggetto. 

Cosa prevede la terapia fisioterapica? 

A volte può essere necessario ricorrere a terapie fisiche antalgiche, ma fondamentalmente la terapia prevede un percorso riabilitativo completo di: 

  • trattamento manuale di mobilizzazione e massaggio: queste tecniche servono soprattutto in fase iniziale per la riduzione del gonfiore, il recupero completo dell'articolarità, il trattamento di eventuali aderenze che possono formarsi sul tessuto cicatriziale post-intervento
  • esercizio terapeutico attivo, a secco ed in acqua: sin dalle prime fasi riabilitative, è importante tornare a muovere attivamente l'articolazione coinvolta, rinforzare i muscoli del distretto interessato e di tutto l'arto inferiore che solitamente, a seguito del periodo di immobilizzazione, si indeboliscono. 
    Grazie alla terapia in acqua, inoltre, è possibile "caricare" precocemente l'arto infortunato e favorire la riduzione di edemi ed ematomi (effetto compressivo).