Lo stretching è uno degli argomenti maggiormente discussi nel mondo della fisioterapia e del fitness. Alcuni parlano di stretching statico, altri di stretching dinamico, qualcuno lo consiglia pre- attività sportiva, mentre altri solo dopo. In questo articolo proviamo a fare chiarezza.
Lo stretching è un insieme di movimenti che solitamente vengono proposti prima di svolgere l’allenamento e/o come defaticamento in seguito all’attività sportiva. Fondamentalmente gli esercizi proposti hanno come obiettivo:
Spesso viene chiesto a chi esegue lo stretching il raggiungimento della sensazione di tensione - “devi sentire tirare il muscolo” - in modo da allungare bene tutte le strutture neuro-muscolo- scheletriche interessate.
I principali tipi di stretching sono:
Diversamente da quello che si può pensare, la risposta è no. Non ci sono studi che dimostrino come lo stretching abbia un impatto nella riduzione del rischio di infortuni muscolo-scheletrico. Inoltre, non esistendo un modo univoco per effettuare lo stretching, non sono presenti studi che provano in modo chiaro la maggiore efficacia di un tipo di movimenti piuttosto ad un altro.
Anche qui la risposta è no. Lo stretching è utile e va fatto per:
Lo stretching statico è maggiormente consigliabile dopo l’allenamento o nei giorni in cui non ci si allena. Lo stretching dinamico invece, può essere utile in fase di riscaldamento pre-attività, svolgendo gesti specifici in base allo sport che si svolge e ai movimenti che si andranno a effettuare, in modo da preparare muscoli e articolazioni ai movimenti che si andranno a fare. Ad esempio per ridurre la sintomatologia dolora in caso di epicondilite laterale.