14/07/2023

Parliamo di stretching: è realmente utile?

Lo stretching è uno degli argomenti maggiormente discussi nel mondo della fisioterapia e del fitness. Alcuni parlano di stretching statico, altri di stretching dinamico, qualcuno lo consiglia pre- attività sportiva, mentre altri solo dopo. In questo articolo proviamo a fare chiarezza.

In cosa consiste?

Lo stretching è un insieme di movimenti che solitamente vengono proposti prima di svolgere l’allenamento e/o come defaticamento in seguito all’attività sportiva. Fondamentalmente gli esercizi proposti hanno come obiettivo:

  • l’allungamento muscolare
  • l’allungamento fasciale
  • la mobilizzazione articolare per migliorare la mobilità stessa e aumentare la flessibilità del distretto corporeo.

Spesso viene chiesto a chi esegue lo stretching il raggiungimento della sensazione di tensione - “devi sentire tirare il muscolo” - in modo da allungare bene tutte le strutture neuro-muscolo- scheletriche interessate.

Cosa prevedono i vari tipi di stretching?

I principali tipi di stretching sono:

  1. Statico
    È il più conosciuto e prevede il mantenimento della posizione di massimo allungamento possibile per un tempo variabile di 30-60 secondi per 3-4 serie.
  2. Dinamico
    Prevede l’esecuzione di movimenti attivi che vadano ad allungare e accorciare il distretto articolare in modo graduale, fino alla massima ampiezza articolare.
  3. PNF
    È una tecnica di stretching che si esegue seguendo 3 fasi: si porta il muscolo in allungamento massimale, si mantiene la posizione e infine si rilassa nuovamente il muscolo cercando un incremento dell’allungamento massimale precedentemente raggiunto.

È vero che fare stretching riduce il rischio di infortuni? Ci sono delle evidenze scientifiche in merito?

Diversamente da quello che si può pensare, la risposta è no. Non ci sono studi che dimostrino come lo stretching abbia un impatto nella riduzione del rischio di infortuni muscolo-scheletrico. Inoltre, non esistendo un modo univoco per effettuare lo stretching, non sono presenti studi che provano in modo chiaro la maggiore efficacia di un tipo di movimenti piuttosto ad un altro.

Quindi non bisogna fare stretching?

Anche qui la risposta è no. Lo stretching è utile e va fatto per:

  • mantenere una buona mobilità articolare
  • ridurre rigidità e dolori
  • limitare la percezione di fatica post-attività
  • rilassare il corpo e la mente dopo l’attività intensa.

Lo stretching statico è maggiormente consigliabile dopo l’allenamento o nei giorni in cui non ci si allena. Lo stretching dinamico invece, può essere utile in fase di riscaldamento pre-attività, svolgendo gesti specifici in base allo sport che si svolge e ai movimenti che si andranno a effettuare, in modo da preparare muscoli e articolazioni ai movimenti che si andranno a fare. Ad esempio per ridurre la sintomatologia dolora in caso di epicondilite laterale