La protesi di spalla è un intervento chirurgico la cui diffusione, negli ultimi anni, è in crescita. Il numero di impianti in Italia non è ancora paragonabile alle protesiche di anca e di ginocchio, ma il miglioramento delle tecniche chirurgiche e dei materiali utilizzati, e dunque dei risultati funzionali dei pazienti sottoposti a tale intervento, ne stanno diffondendo l’utilizzo.
Come nel caso della protesi di anca e di ginocchio, la protesizzazione della spalla comporta la sostituzione o il rivestimento dei capi articolari con materiali platici e metallici, per ovviare a degenerazioni, dolore e scarsa funzionalità.
Funzione e risultati
La protesi di spalla può difatti essere utilizzata per affrontare molteplici patologie, quali artrosi, fratture complesse, rotture irreparabili della cuffia dei rotatori. Secondo i dati della letteratura, in assenza di complicanze, i risultati sono buoni: i pazienti possono tornare a utilizzare la spalla in assenza di dolore, sollevare pesi leggeri e muovere liberamente la mano anche dietro la schiena e sopra la testa (raramente si restituisce la completa mobilità in elevazione, come del resto accade per altre chirurgie di spalla).
Protesi anatomica e inversa: qual è la differenza?
La protesi può essere di due tipologie. È il chirurgo a decidere, a seconda della problematica e delle caratteristiche personali del paziente, quale tipologia di impianto utilizzare. Essa si distingue in:
Il percorso riabilitativo post intervento
Dopo l’intervento chirurgico il paziente deve osservare un periodo di immobilizzazione con tutore, a seguito del quale potrà iniziare il percorso fisioterapico. Come per altri interventi chirurgici, la fisioterapia è fondamentale per ripristinare mobilità e forza, che permettono la funzione dell’arto. Generalmente il percorso riabilitativo ha una durata tra i 2 e i 3 mesi, in cui il paziente riceverà il trattamento manuale del fisioterapista ed effettuerà esercizi in palestra e in piscina, recuperando gradualmente tutte le funzioni della vita quotidiana.
Data la natura sofisticata dell’intervento, e la diffusione ancora parziale delle conoscenze, è consigliabile rivolgersi a un team esperto nel settore sia per la chirurgia, sia per la riabilitazione post chirurgica.
A cura di Federico Sonnati.