19/12/2022

Terapia ad ultrasuoni: a cosa serve e quando è consigliata

Spesso il progetto riabilitativo può comprendere gli ultrasuoni, una terapia termico-meccanica che utilizza onde sonore ad alta frequenza - gli ultrasuoni per l’appunto - non percepibili all’orecchio umano.

Come funziona?

Tecnicamente parlando, le onde penetrano nel sottocute e inducono una vibrazione che produce, contemporaneamente, un massaggio cellulare e uno intracellulare. La vibrazione prodotta fa sì che i liquidi vengano riassorbiti e si produca un modesto effetto termico che facilita la vascolarizzazione.

Quando è utile?

La terapia ad ultrasuoni ha tre principali effetti benefici:

  • antalgico, ossia per attenuare la sensazione di dolore
  • antiedemigeno, che facilita il riassorbimento dei liquidi
  • biostimolante a favore della circolazione sanguigna

Come si svolge una seduta di ultrasuoni?

Le onde a ultrasuoni si applicano tramite un manipolo e un gel, quest’ultimo utile per trasmettere le onde sonore nel sottocute. A seconda dello spazio di applicazione e della tipologia di effetto da cercare, il terapista può effettuare dei massaggi o mantenere una posizione fissa.

Se l’area da trattare è particolarmente piccola, si possono applicare gli ultrasuoni in immersione, mettendo il manipolo e l’area da trattare all’interno dell’acqua.

È doloroso?

Assolutamente no, eventualmente si percepisce una sensazione di calore localizzato che non deve però mai risultare fastidioso. In ogni caso, la singola seduta dura 10 minuti, quindi dovrebbe essere sopportabile anche per i più sensibili.

In quali casi è previsto dal progetto riabilitativo?

Traumi distorsivi di minor entità, distorsione delle piccole articolazioni, tendinopatie superficiali, edemi e contusioni sono le situazioni in cui è solitamente utilizzata.
Ricordiamo però che ciascun caso è a sé, pertanto è il medico fisiatra, a seguito di una visita diagnostica, a definire se questo tipo di terapia può essere utile.